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C'è tutto un mondo di forme e colori là fuori, e qualcuno l'ha visto, l'ha messo in relazione a ciò che si portava dentro e l'ha rappresentato in quadri e sculture. Probabilmente non si potrà mai più parlare di canone occidentale, ma di un certo tipo di sguardo, intensamente nostro, mutevole, aperto, avido di tutto, allarmato, spettacolare, universale e intimo al tempo stesso, anche perché connesso alla vita e alle esperienze degli individui. Leggendari artisti europei e americani della Modernità l'hanno meravigliosamente esercitato, cercando i corpi, le città, la natura o, andando contromano, desiderando il nulla, un vuoto che li placasse, ma sempre, ogni volta, illuminando una realtà altrimenti opaca. E così, ancora ci invitano a seguire la rotta del loro/nostro modo di guardare, interpretandone il punto di impatto, la bellezza imprevedibile, come rifrazioni di un'intera civiltà. Questo libro interroga gli occhi e narra le storie di molti tra i più grandi protagonisti dell'arte occidentale degli ultimi due secoli, da Ingres a Peter Doig, da Monet a Picasso, da Schiele a Lucian Freud, da Gauguin e Matisse a Jackson Pollock e Gerhard Richter.